CASA DI AVRAHAM
La CASA DI AVRAHAM è una Associazione Culturale Religiosa fondata dal Morè Carmine Davide Delle Donne ed è aperta al contributo ed alla partecipazione di tutte le persone che con animo sincero desiderino operare nell’Unicità di Dio per la comprensione reciproca, la pace e la fratellanza fra tutti i popoli.
Scopo principale della Casa di Avraham è poter portare a conoscenza di tutti gli altissimi studi a livello della Kabbalak Maassit che da circa quarant’anni vengono effettuati dal Morè con la partecipazione dei suoi allievi; studi che consentono, grazie al Messaggio ricevuto, di poter assumere un ruolo di collegamento fra i diversi campi religiosi, nel rispetto di ognuno.
Crediamo nell’unico Dio, il Creatore dell’Universo: Ado-nai Eloheinu, Ado-nai Echad. Siamo convinti che, in umiltà, ebrei, cristiani, musulmani e tutti gli uomini e le donne debbano riconoscere i propri reciproci errori, affinchè venga resa Giustizia alla Storia.
Non dipendiamo in nessun modo da qualsiasi organizzazione politica o religiosa Cristiana, Ebraica, Musulmana o di altra fede.
Non vogliamo creare una nuova religione, non vogliamo e non cerchiamo proseliti.
Le chiavi ricevute nello studio indicano le strade per la riconciliazione.
Dal libro “Patto di Pace”:
I SETTE CANCELLI DELLA RIUNIFICAZIONE
I Cancello: è il Cancello della Riunificazione fra Israele e le Nazioni.
a. Questo è il segno dei puntini sopra la parola va-yishakeihu, nel Segno del bacio e dell’abbraccio fra Giacobbe ed Esaù (Vedi scritti ‘Parole introduttive alla Redenzione’), che rappresenta la riconciliazione fra Israele e le Settanta Nazioni discendenti da Esaù, figlio di Isacco e nipote di Abramo, nostro padre.
b. Queste Settanta Nazioni sono quelle che si riconciliano con la fede di Israele nella Casa di Preghiera per tutti i Popoli.
c. Più specificatamente, dunque, quando parliamo delle Settanta Nazioni intendiamo le Nazioni che sono diventate cristiane. Anche una vera amicizia fra Israele e le Nazioni, un vero sentimento fraterno, è necessario affinché la Redenzione si realizzi infatti, dopo il bacio che Esaù e Giacobbe si scambiano, essi si separano ed ognuno prende la sua strada, mentre il giusto sentimento fraterno rimane. Ciò significa che le Nazioni non si riuniscono del tutto con Israele; è sufficiente che esse abbiano rispetto per Israele e che anche Israele rispetti loro come fratelli.
d. E ovvio, però, che ci sono moltissimi livelli fra i popoli, anche quando parliamo delle Settanta Nazioni del Cristianesimo. Si parla appunto di queste Settanta Nazioni, i discendenti di Esaù, per merito anche di questa discendenza. Anche Esaù era figlio di Isacco, nostro padre e nipote di Abramo, padre di una moltitudine di nazioni. Ci sono moltissimi popoli, anche lasciando da parte le nazioni arabe (i figli di Ismaele) e non arabe (quelle diventate in seguito musulmane avendo ricevuto la tradizione dell’Islam) che non rientrano nella discendenza di Esaù, figlio di Isacco (come, per esempio, i Giapponesi, molti popoli asiatici, i Cinesi…)
e. Tali popoli, che non fanno parte delle Settanta Nazioni (e non sono musulmani), in genere sono molto più lontani dalla conoscenza della storia della Redenzione. Essi hanno molte forme di credenza, di culto, di meditazione…
La storia della Redenzione, però, è per l’appunto storica. La nostra fede si basa su fatti realmente accaduti, sia per quanto riguarda lo sviluppo storico concernente il popolo d’Israele che del mondo in generale. Non è un concetto di Dio o una filosofia di vita che portano il mondo alla Redenzione. Dio dirige tutta la storia dell’umanità verso la Redenzione perché tutti sappiano, alla fine, che soltanto Dio, Benedetto Egli Sia, è il Santo Redentore del mondo.
f. Perciò il Signore ha scelto personaggi e momenti storici con i quali Egli ha stabilito punti di riferimento per la comprensione finale della Sacra storia della Redenzione di Dio: Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, le Dodici Tribù, il Popolo di Israele, il tempo della Redenzione d’Egitto, Mosè, Aronne, la Rivelazione sul Sinai, Giosuè, la terra di Israele, i Giudici, Davide,
Salomone, Gerusalemme, il Tempio, il Profeta Elia, i Profeti di Israele, Mardocheo il Giusto, i Dottori della Legge, la tragica storia della Missione di Gesù, i discepoli, Paolo di Tarso, la storia della diffusione del cristianesimo nel mondo, la riforma, la Missione di Maometto e la storia dell’Islam; ed ora tutto ciò che riguarda la Terza Redenzione Finale, la Rivelazione del Terzo Redentore, Haim, i Segni completi della Redenzione, la Missione del Sacerdote Unto nella Casa di Preghiera per tutti i Popoli, e lo sviluppo ed il diffondersi della Missione del Nuovo Messaggio.
Queste sono tutte le scelte che Dio ha fatto per dirigere l’umanità verso la promessa Redenzionale Storica.
g. Perciò la fede nella Redenzione Finale richiede la fede nella storia delle Redenzioni precedenti. Questo è anche il motivo per cui nel Primo Comandamento, quello della fede nell’Onnipotenza di Dio, viene inculcata la fede nella Redenzione storica dalla terra d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Così anche tutta la travagliata storia del Popolo d’Israele, sia quando esso è meritevole agli occhi di Dio, sia quando esso pecca e si allontana dalle Sue vie, fa parte della sacra storia della Redenzione.
h. Ecco perché i popoli che non hanno accettato la Bibbia come la sacra storia di Dio sono molto lontani dalla conoscenza del Dio di Israele; essi sono pertanto molto più lontani dalla vera luce rispetto alle nazioni del Cristianesimo, le quali, invece riconoscono le scelte di Dio ed i Patriarchi
Abramo Isacco e Giacobbe.
i. La storia del conflitto fra il Giudaismo ed il Cristianesimo rappresenta lo svolgimento storico del racconto profetico dell’amaro conflitto fra Giacobbe ed Esaù, i due contendenti la Benedizione della primogenitura del loro padre Isacco. Esaù credeva nella Benedizione di Isacco e credeva che la primogenitura gli appartenesse, anche perché era nato prima di Giacobbe. Così le Nazioni del Cristianesimo per un lungo periodo storico hanno odiato il popolo ebraico ed hanno ritenuto di essere loro il vero Israele. Dio, però, ha dimostrato, in seguito, alle Nazioni che era sempre voluto da Lui che Israele ricevesse quella Benedizione, ognuno ha la sua posizione e non c’è motivo di gelosia in tutta l’opera del creato. Giacobbe ha sofferto molto per quella Benedizione. Se è vero che Esaù voleva quella Benedizione, è altrettanto vero che egli voleva anche la ricchezza, l’onore, le donne, i giochi e che amava la vita da cacciatore. Anche Isacco, nostro padre, amava Esaù perché gli portava a casa cose buone da mangiare. Tutto sembrava in favore di Esaù, ma Dio aveva scelto Giacobbe.
j. Dio dirige la storia in modo che alla fine le Settanta Nazioni non potranno avere dubbi sull’elezione irrevocabile del Popolo di Israele. Dio ha voluto così.
II Cancello: è il Cancello della Riunificazione fra il Giudaismo ed il Cristianesimo.
a. Il bacio fra Esaù e Giacobbe arriva dopo che Giacobbe ha sopportato il peso dell’esilio ed ha dimostrato la sua incrollabile tenacia contro tutti gli ostacoli nel corso storico della sua vita. Tutti riconosceranno alla fine che Giacobbe merita di essere chiamato Israele. Dio dirige la storia del mondo in modo tale che la storia dei Patriarchi si realizzi meravigliosamente nella storia della Redenzione.
b. Pian piano, le Nazioni stanno capendo. E ancora un po’ presto, sono passati solo quarant’anni dalla fondazione dello Stato di Israele. Coloro che hanno fede nelle Sacre Scritture non potranno non riconoscere la verità di tutte le Profezie sul Popolo Eletto, il popolo disperso fra le Nazioni, che dopo il suo lungo esilio torna alla terra dei suoi padri, terra della promessa.
La storia della Redenzione cammina come vuole Dio e non come vogliono gli uomini! Giacobbe ha subìto l’olocausto e le Nazioni saranno costrette ad ammettere, come fece l’Angelo di Dio, che egli non sarà più Giacobbe bensì Israele, perché ha lottato con un Angelo di Dio ed ha trionfato. Ecco il motivo profetico per cui dopo l’olocausto rinasce nel mondo lo Stato di Israele.
c. Coloro che fra le Settanta Nazioni del Cristianesimo sentono un rapporto di fratellanza con gli ebrei in genere (e ci sono anche molti che credono, in una maniera o nell’altra che la Provvidenza Divina sia particolare nei riguardi di questo popolo) ed hanno rispetto per lo Stato ebraico inteso e visto come realizzazione delle promesse profetiche, potranno entrare a far parte della Chiesa Universale della Casa d’Israele nella Casa di Preghiera per tutti i Popoli.
d. Molti di essi, però, forse la maggioranza in questa generazione, simpatizzano con la Casa di Preghiera ma si sentono a loro agio soltanto con le tradizionali forme del Cristianesimo. Ciò è rappresentato da Giacobbe ed Esaù che, dopo il loro bacio, si separano e prendono strade diverse.
e. In quanto al Cristianesimo, esso è formato dalle Settanta Nazioni e si riferisce ad Esaù. Ma il Cristianesimo è stato anche “il raccoglitore” della Pecora smarrita della Casa d’Israele e qui ci si riferisce non ad Esaù, bensì alle Dieci Tribù disperse dalla Casa d’Israele, che per volere Divino, si trovano nel Cristianesimo.
f. Ci sono molti milioni di cristiani che, senza saperlo, hanno delle anime che erano presenti alla Rivelazione al Sinai. Queste sono le anime delle Dieci Tribù che dopo la loro espulsione e la loro dispersione, avevano perso la loro identità.
g. Gesù, avendo ricevuto le chiavi per l’apertura della Missione Messianica, ricevette anche questa Chiave: “Non sono venuto se non per salvare la pecora smarrita della Casa di Israele”.
h. Queste anime, infatti, sono state salvate grazie alla prima Missione di Cristo poiché, sempre per volere Divino, sono state riportate nel mondo quasi unicamente in campo cristiano. La Chiesa Universale della Casa di Preghiera per tutti i Popoli è in primo luogo la Chiesa della Casa di Israele.
Le Settanta Nazioni che entreranno a far parte della Chiesa Universale hanno bisogno del merito della Pecora smarrita della Casa di Israele, perché le loro anime legano il Cristianesimo alla Rivelazione sul Sinai.
i. È ovvio, in questi casi, che il sentimento della persona rappresenta il modo principale per poter capire la radice. Sempre parlando delle Pecore smarrite esse sentono un amore particolare per il Popolo di Israele ed anche per la terra di Israele. Non ne conoscono il perché, ma le loro anime si ricordano dov’erano prima e perciò quando sentono parlare di Israele e della Rivelazione vengono colte da sentimenti di amore che spesso provocano lacrime agli occhi. L’anima ricorda e dà loro un profondissimo sentimento di nostalgia spirituale che, non potendo essere capita, si risolve in lacrime. In genere, è così, ma non si può, né si deve, dare delle regole su queste cose. Ognuno è diverso dall’altro ed ognuno ha la sua storia personale sia per quanto riguarda questa vita, sia per quanto riguarda la sua anima che ricorda anche le vite precedenti.
j. Presso i cristiani, però, vi sono soltanto le anime delle Dieci Tribù, ma vi è anche un’altra categoria di anime, le anime di coloro che pur facendo parte del popolo di Israele, si sono convertiti al Cristianesimo nel corso dei secoli. Queste persone non derivano dalle Dieci Tribù, bensì dalle due tribù di Giuda e di Beniamino (ma anche dalla tribù di Levi). Diciamo che tutte queste sono le Pecore smarrite della Casa di Giuda. Due motivi principali hanno portato queste anime in seno al Cristianesimo: l’assimilazione e la conversione. Le tre categorie, in termini di radici, le Settanta Nazioni, le Pecore smarrite della Casa di Israele e le Pecore smarrite della Casa di Giuda sono racchiuse nel Segno Monte Rosa, Malta e Monticchio (vedi scritti).
III Cancello: è il Cancello della Riunificazione fra le Dieci Tribù di Israele e le Tribù di Giuda e Beniamino.
a. Queste riunificazioni fra le Nazioni e fra le Pecore smarrite e Israele hanno luogo e completezza nella Casa di Preghiera per tutti i Popoli, tramite la Riunificazione della Sinagoga Universale con la Chiesa Universale.
b. Tale riunificazione è resa possibile dalla riunificazione fra il Giudaismo e il Cristianesimo, tramite il Nuovo Messaggio della Terza Redenzione Finale. La Casa di Preghiera è il punto di incontro dopo duemila anni dalla Prima Redenzione e dalla Seconda Redenzione.
c. Sebbene la Sinagoga Universale e la Chiesa Universale si riuniscano nella Casa di Preghiera, permane tuttavia la separazione fra le due, essendo le leggi per gli ebrei ovviamente diverse da quelle della Chiesa Universale.
d. La Riunificazione di tutte le Tribù della Casa di Israele e la Casa di Giuda rappresenta lo svolgimento storico della famosa profezia contenuta in Ezechiele. In certo modo, la Nuova Casa di Israele è un ponte per passare, eventualmente, alla Sinagoga Universale. Si tratta comunque di una progressione storica. In questo senso la Chiesa Universale della Casa di Preghiera rappresenta la buona posizione delle Settanta Nazioni che non aspirano in alcun modo ad entrare nella Sinagoga Universale. Ed ecco perché dopo il bacio fra Giacobbe ed Esaù, i due fratelli rimangono separati, sebbene essi si siano riconciliati nel pensiero e nel sentimento.
e. La Casa di Preghiera, però, come indica il suo nome, è per tutti i Popoli. È la fede nel Nuovo Messaggio che conta, non l’origine dei componenti. La Casa di Preghiera è per tutti coloro che credono nel Nuovo Messaggio della Terza Redenzione Finale.
f. La Sinagoga Universale si differenzia dalla Sinagoga Tradizionale in quanto molte questioni vengono alleggerite per gli ebrei e per i nuovi ebrei della Sinagoga Universale, specialmente nei dettagli della santificazione rabbinica. La stretta legge talmudica e rabbinica è troppo pesante, anche per la maggior parte degli ebrei odierni. Essi nella Sinagoga Universale possono comunque assolvere tutti i loro obblighi, senza il peso di molte ingiunzioni. La Sinagoga Universale è sotto la Sinagoga Tradizionale in quanto la prerogativa rabbinica della santificazione della Legge rappresenta un diritto irrevocabile e costituisce l’eredità della Sinagoga Tradizionale. Ecco perché il Redentore stesso, sebbene stabilisca le nuove leggi della Sinagoga Universale, non entra nel merito delle questioni rabbiniche della Sinagoga
Tradizionale.
g. La Riunificazione della Chiesa Universale con la Sinagoga Universale rappresenta la Chiave della Redenzione Finale, e dunque la Pace Finale.
h. Tale pace, però, non può verificarsi senza la pace effettiva fra ebrei, cristiani ed arabi. Bisogna dunque conoscere la posizione dell’Islam nei confronti della Redenzione.
i. In breve, nei confronti della purezza della fede, l’Islam è puro. I musulmani pregano Allah, Dio di Abramo e Dio della Redenzione di Israele, e Dio della Rivelazione al Sinai. Essi credono inoltre nella Missione di Maometto come Messaggero di Dio per il popolo arabo e per il mondo. Noi modifichiamo questa versione dicendo che Maometto fu mandato dal Cielo per restaurare il merito di Ismaele, figlio di Abramo, per i figli di Ismaele e per gli altri popoli che avrebbero seguito l’Islam.
j. Maometto, però, non era ebreo e non era della tradizione Messianica. I Musulmani, peraltro, hanno ricevuto la tradizione biblica tramite il Corano e le grandi masse musulmane non conoscono la Bibbia di per sè, nè il suo contenuto nei dettagli. Probabilmente questa non conoscenza, questa separazione viene rispecchiata nella rivalità fra Sara ed Agar, riguardo alla Benedizione di Abramo sui figli e la successiva separazione tra Ismaele ed Agar da una parte, e tra Isacco e Sara dall’altra.
IV Cancello: è il Cancello della Pace fra Israele ed il Mondo Arabo.
a. La Benedizione di Abramo, nostro padre, fu tramandata ad Isacco. Però anche Agar ed Ismaele furono benedetti, e la benedizione agli ismaeliti si è pienamente realizzata nella storia. Disse ad Agar l’Angelo del Signore: “Ecco, sei incinta; partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione. Egli sarà come un onagro, ‘asino selvatico del deserto’; la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti sarà contro di lui ed egli abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli”.
Anche dopo che Agar ed Ismaele furono costretti a lasciare la casa di Abramo (dopo la nascita di Isacco e dopo la circoncisione di Ismaele), la Bibbia racconta: “Ma Dio udì; chiamò Agar dal cielo e le disse: ‘che hai Agar?
Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo: tienilo per mano, perché Io ne farò una grande Nazione”.
Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d’acqua. Allora andò a riempire l’otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe ed abitò nel deserto e divenne un tiratore d’arco.
Viene poi riportato nella Bibbia: “Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che aveva partorito Agar l’Egiziana, schiava di Sara.
Questi sono i nomi dei figli di Ismaele, che qui vengono elencati secondo l’ordine di generazione: il primogenito di Ismaele è Nebaiot, poi vengono Kedar, Adbeol, Mibsan, Misma, Duma, Massa, Adad, Tema, Ietur, Nafis e Kedna. Questi sono Ismaeliti e questi sono i loro nomi, secondo i loro recinti e accampamenti.
Sono dodici principi delle rispettive tribù.
La durata della vita di Ismaele è stata di centotrentasette anni; quindi morì riunendosi ai suoi antenati. Egli abitava ad Avila fino a Sur, che si trova lungo il confine dell’Egitto in direzione di Assur; egli si era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli”.
b. È chiaro, dunque che Agar ed Ismaele, ed i loro discendenti, hanno ereditato una meravigliosa Benedizione da Dio e la storia, con la grande estensione dei figli d’Ismaele, è testimone della realizzazione di tutte le profezie bibliche nei loro riguardi.
c. Nello stesso modo, però, in cui le Nazioni del Cristianesimo non avrebbero potuto ritenersi le rappresentanti di Esaù nella storia della Redenzione, così anche gli arabi, ed in seguito i musulmani, non potevano ritenere di essere rappresentati da Ismaele, che era secondo a Isacco e non aveva ricevuto la particolare Benedizione data da Dio ad Abramo, nostro padre.
d. Era dunque storicamente necessario che gli arabi, e poi i musulmani, non leggessero i testi tradizionali della Bibbia per non dover affrontare la vera storia, tramandata dall’antichità, della Benedizione ad Isacco.
Ecco che il Segno Profetico, contenuto nella Bibbia, della separazione di Agar e di Ismaele, si realizza storicamente nella separazione fra la cultura religiosa coranica e la cultura biblica giudaico-cristiana. Tale separazione rappresenta peraltro una misura dell’equilibrio della Terza Redenzione Finale.
e. Cerchiamo di dare un’idea di questo equilibrio con poche parole. La discendenza diretta di Ismaele da suo padre Abramo, e la benedizione data ad Agar e a Ismaele dall’Angelo del Signore, dopo la circoncisione di Ismaele, hanno assicurato un posto molto in alto nella fede in Dio Altissimo. La purezza della fede monoteista dell’Islam è superiore a tutte le dottrine del Cristianesimo tradizionale.
f. I figli di Ismaele, però occupano un posto separato rispetto alla tradizione giudaico-cristiana; essi non conoscono la tradizione biblica, nè hanno ricevuto la tradizione messianica. L’Islam dunque, nei confronti del Cristianesimo, è superiore nella purezza della fede, mentre è mancante per quanto riguarda la tradizione messianica.
g. L’Islam, dunque, dovrà riconoscere alla fine la Benedizione di Isacco, figlio di Abramo, e la verità della Terza Redenzione Finale, ed avrà sempre il pieno diritto di rimanere nell’altissima parte di Ismaele, nella vera fede di Abramo, nostro padre.
h. Il Cristianesimo, invece, dovrà scartare tutte le falsità bimillenarie, purificandosi nel Cristianesimo Illuminato della Quarta Generazione e ammettere la primogenitura del popolo eletto.
i. L’Ebraismo da parte sua dovrà concordare con il Nuovo Patto a tutti gli effetti, nonostante la Sinagoga Tradizionale rimanga intatta. Alla fine, quando la verità del Nuovo Messaggio e della Terza Redenzione Finale verrà conosciuta da tutti, non potrà nascondersi dalla Parola di Dio.
j. Tutti e tre, ebrei, cristiani e musulmani, dovranno lasciar perdere la loro testardaggine e superare l’odio dei secoli, quell’odio che ha reso la religione odiosa agli occhi di Dio e al giudizio degli uomini amanti della pace e della fratellanza fra tutti i figli di Abramo, il padre di noi tutti. Dovrà crescere l’amore fra tutti i figli di Abramo, padre di una moltitudine di nazioni. Grande certamente sarà il piacere di Abramo nel vedere tutti i suoi figli camminare nel Patto dell’Amore della Terza Redenzione Finale, per merito dello scelto Figlio di Adamo, il Terzo Redentore dell’Umanità, Haim.
k. Questo equilibrio si rifletterà poi nella costruzione della Gerusalemme Redenta: il Terzo Tempio Sacro sarà nelle mani della Sinagoga Tradizionale. La Moschea dell’Islam sarà nelle mani dei musulmani. Fra queste due sta la Casa della Redenzione: la Casa della Riunificazione fra la Chiesa
Universale e la Sinagoga Universale; essa sarà nelle mani degli allievi del Maestro di Vita, Haim, nella Missione del Sacerdote Unto nella Casa di Preghiera per tutti i Popoli.
l. La Chiave della Riunificazione con i discendenti dei figli di Ismaele non esisteva, ovviamente, nella Tradizione nuovotestamentaria. Noi invece abbiamo ricevuto il Segno della rottura delle testardaggini fra arabi ed ebrei. Storicamente, però, ciò avviene solo dopo la Riunificazione fra la Nuova Chiesa Universale e la Nuova Sinagoga Universale, ci vuole infatti umiltà sia da parte degli ebrei che da parte dei cristiani per ammettere i propri errori e dare ai figli di Ismaele quel merito necessario per far loro superare il proprio orgoglio, per amore della verità e per il bene di tutti.
V Cancello: è il Cancello della Riunificazione fra la Quarta Stella e la Prima
Stella.
a. Nel Segno delle Stelle, il Maestro dice: “Quando si arriverà alla Quarta Stella, farò un Segno e tutto procederà velocemente”. Nel dire questo, il Maestro fece un segno dalla Quarta alla Prima stella.
b. Il riunire queste due stelle rappresenta la fine del ciclo redenzionale di 4000 anni della Stella di Abramo, cioè la fine del ciclo vecchio e l’apertura del nuovo corso. Il Segno del Maestro indica che siamo già entrati nel periodo della Quarta Generazione. Il Segno del Maestro indica che tutti i meriti della Redenzione, da Abramo fino a oggi, vengono ricollegati nella Terza Redenzione Finale per merito dello scelto Maestro di Vita, Haim. E proprio questo ricollegamento che rinnova il tempo in nome della Redenzione Finale, perché Dio redime i popoli per merito della fede di Abramo.
Siamo arrivati al periodo in cui è stata svelata al mondo la vera fede di Abramo nell’Unico Dio Vivente.
Il Maestro Haim tiene il Sigillo di questa fede.
c. Non siamo venuti per insegnare l’astrologia, tanto meno l’astronomia.
Il Segno delle Stelle, però, ci insegna che le stelle hanno raggiunto la Nuova Formazione necessaria per entrare nella Nuova Epoca della Redenzione Finale affinché l’umanità riesca a recepire, anche in termini di tempo storico, lo sviluppo del Disegno Divino, viene il Segno per svelarci due segreti: il Segreto della Stella di Abramo ed il segreto della Stella di Cristo.
Questi due segreti, una volta entrati nell’ottica del Nuovo Messaggio, stupiscono la mente umana ed
aprono i Cancelli della comprensione a tutti i bambini del Regno dei Cieli. Essi si chiamano bambini perché anche lo studioso più istruito, oppure la persona più semplice, deve spogliarsi di ogni preconcetto e presentarsi come bambini innocenti per poter recepire la gioia meravigliosa del Segno delle Stelle.
d. La Stella di Abramo, che Stella saggia! Essa ha serbato in sé la vera ricompensa per gli uomini dal cuore buono da quattromila anni. E nel suo corso di paterna meditazione è diventata il padre dì una moltitudine di Nazioni. Essa è la madre che ci ha allattati con la fede di Abramo. Chi ti può conoscere, o Stella della saggezza renale? Chi può entrare nella lentezza del tuo pensiero? Chi può sopportare la segretezza dei tuoi modi? Chi può sentire la modestia del tuo comportamento? Oh Stella di Abramo, quanto è nascosta la vera umiltà, e quanto è amata la tua sopportazione, in nome di Dio Altissimo! Come possiamo apprendere qualcosa della tua bontà e come potremo appagarci a qualche barlume
della tua saggezza?
e. La Stella di Cristo, che Stella meravigliosa! Essa ci ispira e ci addentra nel Mistero dell’Unto da due millenni. Quanto sono belli i tuoi vestiti! I colori dell’arcobaleno risplendono dal tuo viso e scendono dalla luce dei tuoi piedi le novità attese. Stella del Sacerdozio, tu ci sveli il segreto della Casa Amata, ci insegni il segreto di Melchisedek, ci apri i Cancelli della comprensione della Missione del Servo di Dio, cieco e sordo. Noi siamo il tuo scelto e ti portiamo a Gerusalemme, o Carro delle Buone Novelle, o
Anziano in alto ch e ci guidi nel Perfetto Equilibrio. Stella di Cristo, tu ci stupisci, ci spogli della malizia del Serpente, ci stupisci con le tue parole e ci rendi bambini neonati, gli eredi del Nuovo Regno. Stella della Promessa Messianica, ungi anche noi nella grande felicità del Nuovo Tempo!
f. Per capire un segreto, la porta d’ingresso è la fede. Non puoi sapere cosa c’è dentro a una casa, se non hai prima aperto la porta e non sei entrato. Ecco il fatto! A cosa ti serve l’intelligenza per capire ciò che contiene la casa, se prima non entri nella casa stessa? Abbiamo una casa, la casa di Abramo, una casa vecchia, ma solida da quattromila anni. Abbiamo una Casa: la Casa dell’Unto. Le fondamenta di questa casa sono solide, ma la casa è sempre caduta. I costruttori, invece di costruire sulle vere fondamenta, non hanno mai tenuto in considerazione le basi giuste. Tutti hanno rifiutato la casa perché costruita su fondamenta false. Tanti altri l’hanno invece accettata perché ingannati dalla sua apparenza. Ma ora puoi entrare nella casa poiché essa ha fondamenta vere ed è costruita, dopo duemila anni, sul posto giusto.
Voi che avete fede nelle fondamenta vere, entrate nella nuova casa, non restate a contemplare le ombre, quando potete invece entrare e vedere con i vostri occhi. Se avete fede, venite e guardate! Se non avete fede, restate fuori con i vostri ragionamenti al vento. Soffia il vento, sparisce il ragionamento e la casa cade. Costruite un’altra casa e anch’essa cadrà. Voi costruite perché i venti trovino il loro piacere nel buttar giù la vostra casa. Lasciate perdere le stoltezze dell’intelletto limitato e venite a studiare le fondamenta della Stella di Abramo e le fondamenta della Stella di Cristo, con l’aiuto di Dio capirete le fondamenta della Stella della Redenzione.
g. La Casa della Stella di Abramo ha quattro livelli: di sotto, le fondamenta, di sopra, tre piani. Le fondamenta sono le radici della promessa ad Abramo. Il primo piano è la prima Redenzione nelle mani di Mosè. Il terzo è la Redenzione Finale, per il merito di Haim. Ma il secondo piano bloccava la via e non si poteva salire. Era tutto buio, non si poteva entrare, e una volta entrati non si vedeva nulla, ogni tentativo di salire al terzo piano era inutile, perché non ci può essere il tre senza il due.
h. La Casa della Stella Unta ha anch’essa quattro livelli: di sotto, le fondamenta, di sopra, tre piani. Le fondamenta sono le radici della Missione di Melchisedek Sacerdote di Dio Altissimo. Il primo piano è la Missione del Re Unto. Il Secondo piano è la Missione del Cristo Re. Il terzo piano è la Missione del
Sacerdote Unto nella Casa di Preghiera per tutti i Popoli. Ma la Missione del Re Unto e la Missione del Cristo Re non furono costruite secondo le fondamenta della Missione di Melchisedek, Sacerdote di Dio Altissimo. Al Re fu fatto culto e Cristo fu reso Dio. Non era più Melchisedek a ricevere la decima di Abramo ma si voleva che Abramo ricevesse la decima di Melchisedek. Se i cieli fossero in terra e la terra fosse in cielo, Abramo avrebbe avuto bisogno della decima di Melchisedek. E così il Cristianesimo ha reso i cieli terra, ed ha reso la terra cielo, fino a quando arriva il Sacerdote Unto, Principe della Pace, il Cristo della Seconda Venuta di Cristo e lo riporta a terra. Allora si rallegreranno i cieli e gioisce la terra. Anche il re più grande fra gli uomini è soltanto un uomo davanti al Cielo.
i. Ed ora guardate; per duemila anni i componenti delle due case non hanno potuto coesistere. I primi avevano i piedi per terra ma non potevano salire, gli altri avevano le teste per aria e non potevano scendere. Ma ora badate bene, venite un pò più vicino, senza cercare per adesso di capire troppo. Cosa ci nasconde il secondo piano della Casa della Stella di Abramo, e perché la grande confusione del Cristo Re è nata sul secondo piano della Stella Unta? Perché di qua c’è buio completo, e di là c’è una luce abbagliante che, però, crea confusione? E perché mai ci vuole il Sacerdote Unto della Casa di Preghiera per tutti i Popoli per accendere la luce nella Casa della Stella di Abramo e per definire correttamente la luce meravigliosa nella Casa della Stella Unta?
l. Quando il Maestro di Vita, Haim, fa il Segno dalla Quarta Stella Spostata alla Prima Stella, segnalando così il ritorno della Stella di Abramo esce allo stesso tempo la Stella di Cristo e dal Regno dei Cieli scende la Meravigliosa Missione del Sacerdote Unto per spiegare ciò che fino ad ora era nascosto agli occhi del mondo. Egli dice: “Voi, uomini, non lo sapevate, ma ci vogliono ambedue le Case perché ci sia la Redenzione Finale, ed ora alcuni segreti della Stella di Abramo e della Stella del Re Unto, e non sbaglierete più”.
VI Cancello: è il Cancello dei Segni.
a. Sia la Stella di Abramo che la Stella di Cristo hanno incominciato il loro corso quattromila anni fa. Per poter capire, alla fine, ciò che era stato stabilito all’inizio, la Sacra Torà ha raccontato la storia dell’incontro fra Abramo e Melchisedek nella Valle del Perfetto Equilibrio (emek shave). Il racconto nasconde un segreto essenziale per la comprensione del giusto rapporto fra il padre di una moltitudine di nazioni ed il Sacerdote di Dio Altissimo. Questo è il Segreto della forma redenzionale che viene ristabilita per la Redenzione Finale. Melchisedek fu il Re di Shalem, ovvero il Re Completo, ed egli fu il Sacerdote di Dio Altissimo, colui che santifica il vino e benedice il pane per gli uomini della terra. Egli riconosce la superiorità della Benedizione concessa da Dio ad Abramo. Egli riceve la decima di tutto.
b. Le due Stelle, dunque, la Stella di Abramo e la Stella di Melchisedek rappresentano il Segreto della Redenzione (anche a livello astrale se vogliamo). La Stella di Melchisedek sta al di sotto della Stella di Abramo, Stella da cui riceve la decima della Benedizione ad Abramo. Quella decima rappresenta la misura giusta recepibile dagli uomini della Terra.
c. Quando queste due Stelle brillano insieme, la giusta proporzione della Redenzione Finale si apre per la terra. In quel momento storico c’è il Giusto, l’erede della Benedizione di Abramo, e c’è il Cristo della Missione il quale funge da Sacerdote, ricevendo la decima della Benedizione superiore dello scelto Giudice Unto del Regno dei Cieli, il Maestro di Vita, Haim. La Stella di Abramo porta anche il nome di ‘Stella del Grande Maestro’; per quanto riguarda i titoli del Redentore è preferibile usare quello di Maestro di Vita, Haim. Non si deve usare, però, il termine ‘grande’ Maestro.
Il nome della Stella è questo, ma il Maestro era un uomo, non una stella, ed egli rifiutava nella maniera più assoluta di essere chiamato ‘grande’. In genere il Maestro odiava ogni titolo onorifico ed il suo piacere era quando la gente lo chiamava Haim. Gli Allievi lo chiamavano ha-Morè, il Maestro, ed usavano i verbi alla terza persona singolare per rispetto (questo in ebraico, in italiano gli si dava del lei). Si deve capire ciò anche in riferimento agli altri termini e titoli della Redenzione che vengono spiegati nel Nuovo Messaggio, come lo Scelto Redentore di Israele, l’Amato Cristo delle Nazioni, il Giudice Unto del Regno dei Cieli, lo Scelto Figlio di Adamo… Al Maestro non piacciono tutti questi titoli e preferiva essere chiamato ‘il Maestro di Vita, Haim’. Se fosse dipeso da lui, egli non avrebbe accettato neppure questo titolo, ma egli sapeva che avevamo bisogno di riferirci a lui con un titolo adeguato e rispettoso. Per quanto riguarda gli altri titoli, però, io sono costretto ad usare e a spiegare tutti i termini della Redenzione, in particolare nei primi anni di questo mio lavoro.
d. Nel corso della storia, il rapporto fra queste due stelle rappresenta lo svolgimento e lo sviluppo del Disegno Divino della Redenzione.
Non ci soffermeremo ora su tutti i punti di riferimento nel corso dei secoli, come la Prima Redenzione ed il rapporto fra Mosè ed Aronne, oppure, come ciò che accadde nel primo millennio, dopo Abramo, nella forma del Re Unto, con Davide e Salomone, o nel terzo millennio, caratterizzato dalla Nuova Luce del Rambam, in campo ebraico. A noi interessa principalmente capire il giusto equilibrio di quattromila anni per conoscere il Perfetto Equilibrio della Terza Redenzione Finale e capire le posizioni di queste due stelle dal loro punto medio di duemila anni, il punto più lontano dalla posizione originale.
e. Dopo duemila anni, la Stella di Melchisedek diventa la Stella di Cristo, la Stella del Re Unto, e scendono per il mondo le Chiavi di apertura della Missione di Cristo. Si trattava di un punto che avrebbe determinato un cambiamento radicale nella storia (vedi scritti). La Missione Messianica promessa doveva manifestarsi allora. C’era anche la promessa della venuta del Profeta Elia che doveva annunciare il giorno del Signore e doveva o riconciliare i cuori dei padri sui figli ed i cuori dei figli sui padri, o annunciare lo sterminio della terra nel caso che non ci fosse stato merito nel popolo perché tale riconciliazione avvenisse. Diciamo che nello stesso modo in cui fu virtualmente possibile che il popolo redento dall’Egitto ricevesse le Tavole dei Dieci Comandamenti, nella prima salita di Mosè, così fu anche virtualmente possibile che la Redenzione arrivasse nel mondo, duemila anni fa. In ambedue i casi, se il popolo avesse avuto più merito, non avrebbe peccato, e tutto sarebbe andato diversamente. Ma non è stato così e questo ‘se’, virtualmente realizzabile, diventa un ‘se’ poco reale nella visione globale della Redenzione Finale. Anche Adamo ed Eva avrebbero potuto non mangiare il frutto proibito e non essere scacciati dal giardino, ma allora il mondo sarebbe rimasto nel grembo eterno e tutto lo sviluppo storico, voluto da Dio, non si sarebbe verificato per gli uomini. Avrebbero mangiato il loro cibo dall’Albero della Vita senza aver mai conosciuto il peccato nè il contrasto e la battaglia fra il bene e il male. Dio, però, non voleva schiere di Angeli sulla terra, bensì famiglie di uomini e donne che avrebbero saputo distinguere fra il bene e il male. Gli uomini non avrebbero mai potuto fare una tale distinzione se non avessero assaggiato prima il bene, e poi il male. Se Adamo ed Eva non avessero mangiato il frutto proibito, come avrebbero i loro discendenti imparato a distinguere fra ciò che è lecito e ciò che è proibito?
f. Questo contrasto, infatti, fra il virtualmente possibile ed il realmente impossibile, fa parte della comprensione del Perfetto Equilibrio del Disegno Divino nella storia della Redenzione. Era virtualmente possibile, ma realmente impossibile, che Adamo ed Eva non mangiassero il frutto proibito, o che Israele non commettesse il grave errore durante la prima salita di Mosè o che i Dottori della Legge potessero capire la verità della prima Missione di Cristo. Alla fine non è che Dio esiga da noi il peccato anzi, Egli ci comanda di non peccare. Egli, però, spesso ci racchiude nel peccato in modo che noi non possiamo uscirne. Il motivo principale che regola il verificarsi del peccato è più forte, in quei momenti, di quello che regola l’ubbidienza. Ciò non significa che quello non è peccato. No, esso è un peccato reale che viene punito, di cui ci si deve pentire e da cui ci si deve purificare. Si tratta però di un peccato che deve esistere perché è voluta la comprensione nel male di quel peccato ed è amato il pentimento e desiderata la purificazione che ne deriva alla fine. Dio, Benedetto Egli Sia, odia il male e odia i peccati degli uomini, ma Egli sfrutta il Serpente per insegnare infine all’umanità ciò che è buono e ciò che è cattivo, ciò che scatena la punizione e ciò che conduce alla ricompensa, ciò che è stolto e ciò che è saggio. Ecco perché Dio ci ha racchiusi tutti nella disubbidienza per poi usare la grazia con tutti.
g. Nel punto medio del corso di quattromila anni della Stella di Melchisedek, la Stella di Abramo è completamente nascosta dietro la Stella di Cristo, la quale splende con un’enorme illuminazione, cambiando direzione per aprire all’umanità nuovi cancelli di fede e di speranza, nell’attesa del Tempo Scelto della Redenzione Finale. Il Segreto è che in quell’ora della storia della Redenzione la Stella di Abramo si trova nel punto più nascosto del suo ciclo.
h. Ecco perché il popolo di Israele si trovava allora in tale bassezza. La vera luce del Patto di Abramo era nascosta. Soltanto un Nuovo Spirito poteva salvare il popolo dal suo torpore spirituale, ma per la mancanza della luce della Stella di Abramo, il popolo non aveva lo spirito per voler un Nuovo Spirito. Ed ecco perché, a partire da quel periodo, la Stella di Abramo entrò in una lunga ed amara fase della sua storia: l’esilio del popolo eletto.
i. Ed ecco perché il Cristianesimo entrò nel mondo, da quell’ora storica, con una luce abbagliante che stupì, e con uno spirito nuovo che richiamò a sè il Mistero del Cristo Re nel Segno della Resurrezione. Ed ecco perché i seguaci di quel Mistero potevano vedere soltanto Melchisedek, Sacerdote Unto di Dio Altissimo, soltanto il Cristo Re, Risorto nel Regno dei Cieli, il Figlio dell’Uomo, il Cristo delle Nazioni, l’Amato Figlio del Dio Vivente, il Salvatore dell’umanità. Senza la luce equilibratrice della Stella di Abramo, i Dottori della Legge non poterono mai entrare in un Mistero stupefacente che li distoglieva dalla religione dei padri. Per le nazioni, però, quel Mistero fu amato e fu preso come verità assoluta. Senza la luce del Patto Antico, che emana dalla Stella di Abramo, i confini della purezza della fede di Abramo non furono salvaguardati. Il rifiuto di Israele rappresentava la grazia alle Nazioni, ma quando esse uscirono dal Principio Sacro “Non avrai altri dei al Mio cospetto”, quella stessa grazia diventò sempre più il motivo per rafforzare il rifiuto da parte del popolo scelto. Il conflitto fra Esaù e Giacobbe era in pieno vigore e così era in vigore anche il lungo percorso dell’esilio del popolo giudaico, il quale aspettava, con la pazienza e la sopportazione della Stella di Abramo, quel momento decisivo della storia quando Giacobbe viene chiamato da tutti Israele.
l. Vi sto parlando del terzo piano della Casa della Stella Unta e sto spiegando la Redenzione Finale del terzo piano della Casa di Abramo. Vi sto dando tutte le vere chiarificazioni sul Mistero della Prima Missione di Cristo nel secondo piano della Casa della Stella Unta. Ed ora entrate anche voi e guardate. È tutto cambiato. La luce della prima Missione Messianica risplende con tutti i colori dell’arcobaleno ed ogni colore completa la comprensione.
Il verde parla della Redenzione.
Il blu parla della Riunificazione.
Il rosso parla dei Segni Meravigliosi.
Il viola parla della Missione di Melchisedek.
Il giallo parla della Missione della Casa di Preghiera per tutti i Popoli.
Il bianco parla della Nuova Luce.
La Luce è Nuova e il Messaggio parla chiaro; è lo stesso linguaggio, il linguaggio puro, quello promesso da Dio ai Profeti. Il Messaggio parla per tutti ed anche il secondo piano della Stella di Abramo si illumina nella verità della Stella Unta. Il Cristo accende tutte le luci di ambedue le Case e si realizza la Riunificazione della Stella di Abramo e della Stella di Cristo, nella completezza del Nuovo Patto. Quando il Maestro fa il Segno della Quarta Stella alla Prima Stella, si riuniscono in perfetta armonia i Quattro piani della Casa della Stella di Abramo ed i Quattro piani della Stella Unta e ne nasce la Terza Redenzione Finale per merito dello scelto Maestro di Vita, Haim.
VII Cancello: è il Cancello dell’Umiltà.
a. È aperto il Cancello dell’Umiltà. Il Maestro ha già subito il Sacrificio Finale. La Stella di Cristo è arrivata in virtù dell’umiltà. Ci dobbiamo abbassare davanti a El Shadday. Noi non siamo niente, una nullità.
Vana è la nostra comprensione. Senza vero scopo è la nostra vita se non ci annulliamo nella luce dell’umiltà, se non vediamo in ogni persona una luce della Redenzione. Forse volete raggiungere questo scopo, ma non sapete come. Vi do un consiglio: Mettetevi come il Cristo davanti ad ogni persona e vedrete una luce della Redenzione risplendere dal viso dell’uomo della beata creazione.
b. Iddio, Benedetto Egli Sia, testimoniò nella Sacra Torà che Mosè, Magister Noster, fu l’uomo più umile sulla faccia della terra. Nessuno ha conosciuto la vicinanza di Dio come Mosè. Con Mosè Dio parlò faccia a faccia. Mosè, Magister Noster, era così umile che Dio lo amava e a Dio piaceva parlare con lui direttamente.
c. Una volta, quando Mosè pascolava il gregge per Getro, suo suocero, una pecora si distaccò dalle altre pecore e si mise a correre. Mosè la inseguì, ma quella continuò a scappare. Per qualche ora Mosè corse dietro alla pecora, ma non riuscì a prenderla. Alla fine, la pecora si mise a bere dell’acqua da un ruscello e Mosè sfruttò quel momento per prenderla. Vedendo che la pecora era stanca ed affamata, Mosè provò grande compassione e decise di non lasciare che la pecora tornasse a piedi; egli la prese nelle mani e fece tutto il percorso del ritorno con l’animale fra le sue braccia. Quando il Signore vide come Mosè si era affaticato per una sola pecora, e quanta compassione e misericordia egli aveva avuto per essa, disse: “Questo è degno di essere il pastore del Mio gregge”. Pochi giorni dopo, Dio parlò con Mosè tramite un Angelo che apparve sul roveto ardente.
d. Mosè, Magister Noster, non si considerava degno di essere il Redentore di Israele. Per sette giorni e sette notti, Dio parlò con Mosè per convincerlo ad accettare l’incarico di Redentore e tornare in Egitto per annunciare agli ebrei la Redenzione e per dire al Faraone di liberare gli ebrei schiavi e di far uscire il popolo dall’Egitto. Ma Mosè non voleva, e per ogni cosa che il Signore gli disse trovò una scusante per cercare di dissuadere Dio dal mandarlo. Per sette giorni interi Dio insistette nell’esortare Mosè, ma egli rifiutò dicendo: “No, Ti prego, Signore, manda un altro al posto mio.
Io non sono nulla, nè sono degno di avere un compito così importante. Non so neanche parlare bene, perché le mie labbra sono pesanti da quando da bambino mi sono bruciato la lingua nella Corte del Faraone. Manda un altro, Ti prego, Signore”. E per tutti quei giorni Dio rispondeva a tutte le parole di Mosè, ma l’umiltà di Mosè superava ogni limite e nonostante Mosè sapesse bene che era l’Onnipotente Creatore dell’Universo che parlava con lui, egli, a causa del profondo sentimento della propria piccolezza, rifiutò di riconoscersi nel ruolo di Redentore. Alla fine dei sette giorni, il Signore vide che con Mosè non si poteva ragionare su quell’argomento. Cosa fece? Ordinò alle gambe di Mosè di camminare ed ecco, d’improvviso, il futuro Redentore di Israele si trovò in cammino verso l’Egitto. Mosè incominciò a chiamare Dio: “Signore, Iddio, va bene, accetto, ma lasciami andare prima a casa per salutare mio suocero e per prendere mia moglie”. Fu così che il Signore convinse Mosè a tornare in Egitto per redimere il popolo eletto, i discendenti dei figli di Israele. Chi mai nella storia del mondo è stato così amato da Dio al punto di parlare con il Signore come ad un amico con cui si discute da vicino ogni problema.
e. Chi era amato da Dio come Mosè, tramite cui il Signore fece grandissimi miracoli in Egitto e fece aprire le acque del Mar Rosso e rivelò i Dieci Comandamenti? Chi come Mosè studiò direttamente da Dio le leggi dell’universo, le leggi giuste per gli uomini e le leggi sacre per il popolo di Israele! Semmai un uomo fosse degno di essere chiamato Re Giusto del suo popolo, questi sarebbe Mosè, sebbene egli non avrebbe mai accettato tale titolo. Quando venne Getro al deserto per trovare Mosè e per riportargli la moglie ed i due figli, Mosè fece preparare un enorme banchetto in onore di suo suocero. Mosè, però, non si sedette vicino a Getro durante il pranzo, egli rimase in piedi e servì il suocero a tavola. Non invano Iddio testimoniò l’umiltà di Mosè, Magister Noster.
f. Chi nel mondo avrebbe mai potuto sentir dire da Dio: “Lasciami fare. Distruggerò questo popolo e farò di te un popolo ancora più grande?”. E chi mai, in tutta la storia del mondo, avrebbe avuto la potenza, insieme alla massima umiltà, per rispondere a Dio: “No Signore, se così Tu fai, cancellami, Ti prego, dal Libro che Tu hai scritto”.
g. Mosè fu il Capo di tutti i Profeti: “Con loro parlo con enigmi, nei sogni, con lui parlo faccia a faccia”, disse Dio. Nessun altro può raggiungere il livello di Mosè, nè in potenza, nè in umiltà. Dio voleva così, che ci fosse un uomo sul quale testimoniare per tutte le generazioni, raggiunto il massimo livello da lui sia in potenza profetica che in quella vera umiltà, così amata davanti a Dio. Tale testimonianza da parte del Signore, Benedetto Egli Sia, ha uno scopo molto importante per la vera storia della Redenzione Finale. Chi vuole innalzare un altro uomo al di sopra del livello di Mosè, sia per la sua potenza che per la sua umiltà, uscirà inevitabilmente dai confini della vera fede. Dio ha dichiarato che non c’è un altro come Mosè e chi trasgredisce questa parola di Dio, trasgredisce anche i termini della vera Missione amata da Dio.
h. Abbiamo ricevuto un insegnamento della Terza Redenzione per quanto riguarda una misura importante del Perfetto Equilibrio delle tre Redenzioni. Si tratta dell’espressione profetica, ripetuta alcune volte anche con qualche variazione in Isaia: “Io sono il Primo ed Io sono l’Ultimo, ed all’infuori di Me non c’è altro Dio”. Quest’espressione si riferisce alle tre Redenzioni (come si riferisce anche ai tre nomi “Sarò Quel Che Sarò”, come viene spiegato negli scritti). Io sono il Primo ed Io sono l’Ultimo si riferiscono alla Prima Redenzione e alla Terza Redenzione Finale. Dio associa il Suo Nome (Sarò) alla Prima ed alla Terza Redenzione, perché in esse le giuste misure della Missione, cioè quella di Mosè, Magister Noster, e quella del Maestro di Vita, Haim, non vengono oltrepassate e la vera umiltà viene mantenuta, sempre. La Seconda Redenzione, però, era uscita dai confini della vera fede e perciò quella Missione ha bisogno dell’avvertimento correttivo “ed all’infuori di Me non c e altro Dio”.
i. Quella Missione, però, è anche associata a Dio in quanto anche il secondo nome “Quel Che” è un nome di Dio. Si tratta di un nome che “si nasconde” nel senso che viene a collegare il Primo nome con il Terzo nome. È nascosto perché non si vede come esso faccia da collegamento, fino a quando si arriva al Terzo nome. Si può intuire qualcosa dal fatto che questo nome, “Ascer” in ebraico, contenga tre lettere, le quali, lette in un diverso ordine, diventano “Rosh” testa. Ciò allude al fatto che quella Seconda Missione storica sale alla testa della storia ed allude anche al fatto che il responsabile di quella Missione viene reso, pure lui, la testa che supera tutti gli altri personaggi della storia della Redenzione. Facendo così, però, viene trasgredita la generalità, testimoniata da Dio stesso, che non esiste, nè esisterà mai un altro uomo più alto di Mosè.
Lo sbaglio continua, poi, fino a quando non si arriva al Terzo nome, il Sarò della Terza Redenzione Finale. Ora si vede chiaramente che il Secondo nome serviva principalmente a collegare la Prima Redenzione con la Terza Redenzione. Scende la Testa di “Rosh” e ritorna alla sua giusta misura “Ascer”, che significa anche “beato”, e si riferisce, fra l’altro, a quella Missione delle beatitudini, cioè la Missione che ha portato per il mondo la speranza di un futuro beato per tutti coloro che amano il bene ma vedono il male, che cercano la giustizia ma trovano le ingiustizie e che lavorano per la pace, ma trovano sempre la guerra e il conflitto. Tale è anche il merito delle genti acquisito nei secoli, merito che permette al mondo di arrivare alla Beata Pace che scende sulla terra del Regno dei Cieli, dopo la Quarta Generazione della Terza Redenzione Finale.
l. La Stella di Cristo viene in virtù dell’umiltà. Gli ebrei abbassano la testa davanti alle beatitudini di Ascer. I cristiani abbassano la testa per farla diventare Ascer. E dopo quell’umiltà storica si arriva alla felicità di Yitzhak, il secondo Patriarca, il cui compito principale fu quello di collegare la Benedizione di Abramo alla Benedizione di Giacobbe. Grande era la confusione intorno a questa Benedizione, ma alla fine tutto si aggiusta ed ogni cosa si conforma alla giusta misura, destando nei cuori una gioia vera che ci viene dalla grandezza della Saggezza di Dio e dalla piccolezza della mente umana. Si deve abbassare la testa per ricevere la vera beatitudine. La Stella di Cristo arriva in virtù dell’umiltà.
