RICORDATI DAVANTI A CHI TI TROVI (LA LEGGE DI MOSÈ NOSTRO
MAESTRO)
Io Maddalena (Maria Rosa De Palo) testimonio di aver
ricevuto la seguente visione:
VISIONE SABATO 18 MAGGIO 2019
– ANDRIA
Durante la cena di separazione
dal giorno festivo ai giorni lavorativi sono arrivati i quattro Arcangeli:
Gabriele, Michele, Uriel e Refael. Mentre il Morè Carmine Davide santificava il
vino, i quattro Arcangeli sono venuti vicino al tavolo e hanno posto la mano
destra sull’orlo del calice di vino del
Morè. Poi, sotto il calice, si è formato un cerchio azzurro di circa 30 cm e il
calice si è trasformato nella Stella di David d’oro, rimanendo al centro del
cerchio. Il cerchio si è ingrandito e i quattro Arcangeli hanno posto entrambe
le mani sul bordo del cerchio, disponendole
intorno ad esso, con la Stella di David d’oro al centro, così da avere
otto mani intorno al cerchio azzurro con la Stella di Davide d’oro centrale.
Io, Mariagiulia Tannoia,
durante la notte fra sabato 18 e domenica 19 maggio 2019 ho ricevuto il
seguente sogno:
Stanotte ho ricevuto un lungo
sogno, ma non ricordo bene. L’ultima cosa che mi ricordo è che stavo correndo
sulla spiaggia con un ragazzo perché io ero in pericolo: c’era una donna con
una figlia che mi perseguitava. Mentre correvamo su questa spiaggia il sole
all’improvviso incominciava a scurirsi e quando si scuriva diventava tutto
talmente nero che non si poteva più vedere niente. Per cui io dicevo a questo
ragazzo: “Dobbiamo subito tornare a casa perché fra un po’ non si vedrà più
niente” e si vedeva questo sole strano. Sai, quando il sole c’è e ci sono le
nuvole c’è anche la luce, invece diventava tutto nero nero nero, non si vedeva
niente, per cui era come un avviso che dica: “Vedi che sta per sparire
completamente il sole”. Per questo io correvo correvo per arrivare a casa.
Cercando di spiegare meglio, nel sogno vedevo bene il sole lucente e questo
nero che arrivava sul Sole. Anche la notte comunque qualcosa si vede; invece in
quel sogno non si vedeva più niente, diventava tutto buio pesto, ti perdevi
proprio. È stata un’impressione molto forte.
Matteo 24 – 29, 51
“Or, subito
dopo la tribolazione
di quei giorni,
il sole si oscurerà,
la luna non
darà più la sua
luce, le stelle cadranno dal
cielo e le
potenze dei cieli
saranno sconvolte. Allora comparirà
nel cielo il
segno del Figlio dell’uomo,
tutte le tribù
della terra si batteranno
il petto e
vedranno il Figlio
dell’uomo venire sulle nubi
del cielo con
gran potenza e
gloria. Egli manderà i
suoi Angeli che,
con tromba dallo squillo
potente, raduneranno i suoi eletti
dai quattro venti, da
un’estremità all’altra dei
cieli. Imparate dal fico
la similitudine: quando
i suoi rami
si fanno teneri e
mettono le foglie,
voi sapete che
l’estate è vicina. Così
anche voi, quando
vedrete tutte queste cose,
sappiate che il
Figlio dell’uomo è
vicino, alle porte. In
Verità vi dico:
Non passerà questa generazione prima
che tutto ciò
avvenga. Il cielo
e la terra passeranno,
ma le mie
parole non passeranno.
Quanto poi a quel giorno e a
quell’ora, nessuno ne sa nulla, né gli angeli dei cieli, né il Figlio, ma solo il
Padre. E quello che avvenne ai tempi di Noè, avverrà pure alla venuta del
Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni avanti il diluvio gli uomini
mangiavano e bevevano, si sposavano e maritavano fino al giorno in cui Noè
entrò nell’Arca, e non si rendevano conto di nulla finché venne il diluvio e
tutti li travolse, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo. Allora di due
uomini che si troveranno nel campo, uno sarà preso e l’altro lasciato. Di due
donne che saranno a macinare alla mola, una sarà presa e l’altra lasciata.
Vegliate, adunque, perché non sapete in che giorno verrà il vostro signore.
Considerate bene questo: se il padrone di casa sapesse in quale vigilia della
notte il ladro deve venire, veglierebbe certamente e non lascerebbe spogliare
la sua casa. Quindi anche voi state preparati, perché il Figlio dell’uomo verrà
nell’ora più impensata. Qual è dunque il servo fedele e prudente, che il suo
padrone ha costituito sopra la gente di casa sua, per dar loro Il cibo a suo
tempo? Beato quel servo che il padrone, al suo ritorno, troverà così occupato.
In verità vi dico, che lo costituirà sopra tutti i suoi beni. Ma se il servo è
cattivo e pensa in cuor suo: “Il mio padrone tarda a tornare”, e si
mette a percuotere i suoi compagni, a mangiare e bere con gli ubriaconi, il
padrone di questo servo verrà nel giorno in cui meno se l’aspetta, e nell’ora
che non sa, lo castigherà e gli riserverà la sorte degli ipocriti, là dove sarà
pianto e stridore di denti.”
Nel 1992 è stato pubblicato il
libro “Il nodo del Mistero di Cristo sciolto”; al suo interno, nel capitolo “Il
Vangelo secondo Matteo spiegato”, vi era il testo che segue.
Matteo 2, 22
E venne e si stabilì nella città
chiamata Nazareth per compiere la parola dei Profeti “Poiché sarà chiamato
Nanrì”.
Nanrì vuole dire Nazzareno. La
radice della parola “Nazzor” significa “custode” (come nozzer ha-cramim, di
canticoz, “custode delle vigne”).
Leggi nella chiave “colui che
deve venire sarà “custode” della legge”.
Matteo 3, 1 – 2
In quei giorni apparve Giovanni
il Battista a predicare nel deserto della Giudea e dire: “Ravvedetevi, perché
il regno dei cieli è vicino”.
Giovanni Battista era stato alla
Scuola degli Esseni. Era entrato nei “segreti” del Regno dei Cieli. È uscito
dalla Scuola senza permesso. Lui ha visto nella sua visione il Segno del Regno
dei Cieli. Ma il “segreto” e la preparazione per vedere questo, li aveva
appresi alla Scuola degli Esseni. Non doveva annunciare questo Segno senza
l’espresso permesso del suo Maestro di quella Scuola da cui ha ricevuto il
segreto. Ecco perché quando Giovanni decise di annunciare il Segno, uscì dalla
Scuola. Ora si deve sapere che sia la decisione di Giovanni prima e poi di
Gesù, di uscire dalla Scuola per conto proprio, per “usare” i segreti che
avevano ricevuti, non erano decisioni facili. Questi “segreti” della Scuola
degli Esseni fanno parte di una tradizione ebraica orale particolare. Non era
facile ricevere un segreto. Solo per entrare nella Scuola era necessario sapere
tutta la Torà scritta e la Tradizione Orale Rabbinica. Per ricevere un segreto
si doveva studiare e seguire una disciplina rigidissima. Si riceveva un segreto
soltanto quando il Maestro era d’accordo di insegnarlo e soltanto con un
giuramento. Questo giuramento era irrevocabile. Chiunque usava il segreto per
divulgarlo o per curare persone tramite il segreto o per dichiarare parole
profetiche tramite il segreto, senza il permesso del suo Maestro, morirà
giovane.
Sia Giovanni che Gesù sapevano
questo.
(Nella Misnah chiunque “usa” la
“corona” muore. Loro sapevano bene questa Misnah. Ma molto di più, avevano
fatto giuramento per ricevere).
Leggi nella chiave. “Quando
arriva il Segno del Regno dei Cieli, è sicuramente un urgentissimo invito al
pentimento”. Tutti i Segni sono a doppio senso, indicato nei “segni” come “la
separazione fra i gabbiani neri ed i gabbiani bianchi”. Oppure nella parabola
di Gesù; due si troveranno in un letto, uno sarà salvo e l’altro andrà alla
perdizione.
Quando esce il Segno del Regno
dei Cieli si è ancora in tempo per pentirsi. È arrivato il Segno del Regno, ma
il Regno dei Cieli è nei Cieli. Se il Segno è uscito e sceso sulla Terra, è un
momento importante perché segnala il fatto che sta per arrivare. Il fatto
stesso che sono arrivati i Segni è sufficiente per “riaccendere” la fede e la
speranza.
Prima che arriva la Redenzione
propria nella forma di una riappacificazione nella fede tra Ebrei e Cristiani,
la pace fra le nazioni, la costruzione del Terzo Tempio, è necessario che ci
sia una possibilità di pentirsi, di salvarsi, di redimersi e di elevarsi
spiritualmente e mentalmente.
Perciò Iddio manda i Segni della
Redenzione all’inizio di quel periodo, per dare tempo al pentimento prima che
arrivano gli sconvolgimenti storici che precedono la Redenzione, e per risvegliare
la Fede e la Speranza. È necessario qui spiegare che c’è una differenza enorme
fra i Segni che sono usciti al tempo di Gesù ed i Segni che sono usciti ora in
merito al Giusto, Ha-Morì Haim, di Benedetta Memoria. L’arco di tempo dei Segni
è un arco di quattromila anni. Sono usciti duemila anni dopo al tempo di Gesù e
di Battista. Sono usciti ora in merito al Giusto Nascosto.
Al Patto fra le Parti con Abramo,
nostro Padre, viene predetto un periodo di quattrocento anni di esilio
dopodiché arriva la Redenzione. Dalla nascita di Isacco fino all’uscita
dall’Egitto tramite Mosé, nostro Maestro, sono quattrocento anni. Quella
Redenzione viene completata con la Rivelazione a Sinai, e realizzata con gli
insegnamenti delle Tribù sotto la guida di Yehoshua Bin Nun. Così dalla
Benedizione ad Abramo fu realizzata la Redenzione del popolo eletto. Nella
Benedizione ad Abramo, però, c’è anche il compimento della Promessa ad Abramo
che sarà il padre di una moltitudine di nazioni.
Questo si è verificato in
particolare tramite Ismaele e tramite Esaù. La Promessa ad Abramo nel senso
completo è la “conquista” dei “quattro regni” della Terra.
La Tradizione Antica riporta che
quando nacque Abramo, nostro Padre, i maghi ed i saggi babilonesi (che erano
molto istruiti negli studi delle stelle) hanno visto nel cielo una stella
grandissima e brillantissima.
C’erano in quel momento altre
quattro stelle, tutte grandi e luminose una in ogni direzione nei quattro
angoli del Cielo. La Stella di Abramo ha fatto poi un “giro” in ogni direzione
e ogni volta che incontrò la stella luminosa in quell’angolo, la “inghiottì”,
(cioè la stella si è spenta e non si vedeva più). Il tempo richiesto per
compiere questo “giro” nella completezza della Promessa ad Abramo per la
Redenzione delle moltitudini delle nazioni è di quattromila anni.
Sono arrivati i Segni ora per
dare atto che sono stati completati in termini di tempo i quattromila anni
dall’apparizione del Segno del Regno dei Cieli ad Abramo. Per quanto riguarda
l’esatto calcolo degli anni, non ce n’è bisogno. Prima perché si compie da sé.
I tempi della stella sono perfetti sino al “secondo”. Secondo, c’è una regola
generale da sapere e da capire. Si può intendere meglio dal Patto fra le Parti.
Fu detto ad Abramo che la sua discendenza scenderà in una terra straniera non
di loro e che dovranno essere schiavi per quattrocento anni. Dopo usciranno di
là con una grande ricchezza dopo che Iddio punisce quel popolo. Ora capiremo
una cosa da ciò che c’è scritto nella “Haggadà” della Pasqua ebraica. A proposito
di questo Patto c’è scritto “Ed il Santo Dio, Benedetto Egli Sia, ha calcolato
la “fine”.
Questa frase viene a spiegare il
fatto che da quando gli ebrei sono diventati schiavi in Egitto (eccetto la
Tribù di Levi) sino all’uscita, non soltanto duecento e dieci anni. Perciò
Iddio ha calcolato la fine dei quattrocento anni dalla nascita di Isacco. Vale
a dire anche che nessuno avrebbe potuto calcolare la “fine”, perché nessuno
poteva sapere da quale “punto” esatto si comincia il calcolo.
C’è, però, un calcolo massimo. Da
quando i figli di Israele sono diventati schiavi degli egiziani, non poteva
durare più di quattrocento anni senza che arrivasse la Redenzione promessa.
Grazie a Dio, Benedetto Egli Sia, che ha calcolato la “fine” dalla nascita di
Isacco, e così ha salvato i nostri padri da ancora centottanta anni di
schiavitù. Questo fatto ci insegna quanto si deve stare attenti di non cercare
di calcolare la “fine”.
Anche i Saggi del Talmud hanno
proibito severamente di calcolare la “fine”. (Anche se, purtroppo, questa
proibizione è stata trasgredita spesso, con risultati dannosi e persino
disastrosi).
I Segni della Redenzione, dunque,
escono per segnalare l’inizio e l’entrata nel periodo della Redenzione.
Segnalano, si, la fine del periodo precedente e l’inizio del nuovo periodo, ma
questa segnalazione viene dal di sopra dove è “scritta” nel “Libro delle
Stelle”. Per “portare” questo Libro sulla Terra ci vuole il permesso dello
Tzadik amato da Dio in merito a cui i Segni sono usciti. Non per calcolare la fine,
bensì per registrare in scritto e per diffondere la notizia dei Segni, le loro
spiegazioni ed i messaggi appartenenti. Il “permesso” dall’Alto è una
“questione” fra Iddio, Benedetto Egli Sia e il Giusto, di Benedetta Memoria.
Il permesso che arriva a noi
viene tramite i Segni (e anche tramite i vari modi nei quali i Segni vengono
recepiti). Ci deve essere anche sulla Terra chi accetta la responsabilità di
quel permesso. I Segni della Redenzione usciti al tempo di Abramo sono completi
e totali nella promessa. I Segni della Redenzione al tempo di Giovanni Battista
e di Gesù segnalano il punto medio di duemila anni fra la Promessa ad Abramo e
la realizzazione della Promessa in un modo totale, cioè la riappacificazione
fra i popoli e la riconciliazione nell’amore della vera Fede fra Israele e le
Nazioni. I Segni usciti al tempo di Battista e di Gesù hanno quasi gli stessi
nomi dei Segni da noi ricevuti e come avevano al tempo di Abramo.
Stanno, però, a metà strada nello
sviluppo dell’umanità. Non si poteva parlare della Redenzione dei popoli mentre
i popoli erano lontanissimi dalla Fede della Torà e dalla giuste notizie della
Rivelazione a Sinai.
I Segni parlavano di colui che
verrà. Battista annunciò, “il Regno dei Cieli è vicino” “colui che verrà dopo
di me sarà più forte di me”. Non sapeva, però, chi. Perché non sapeva? Il
motivo è questo: i Segni della Redenzione ricevuti da Battista e da Gesù non
sono i Segni totali e completi. Sono Segni generali senza specificare tramite
chi è arrivato il “permesso” dall’Alto e senza specificare tramite quale Giusto
amato i Segni sono arrivati. Se Giovanni Battista ha visto il Segno del Regno
dei Cieli non ha certamente visto chi era “seduto” sul Trono. Mancavano ancora
duemila anni perché i Segni potessero uscire nella forma finale e completa con
l’autorizzazione e con tutta l’informazione necessaria sul Responsabile. I
Segni usciti adesso sono i Segni completi e perciò indicano anche
specificatamente il Responsabile per la loro completezza e indicano
specificamente quali sono i modi necessari per arrivare alla Redenzione (come
la formazione di una Chiesa Universale unita con la Sinagoga Universale del
Terzo Tempio). I Segni di allora erano Segni “generali” e Segni “intermedi” che
non vengono per concludere il periodo di esilio o per segnalare la conclusione
della Promessa ad Abramo. Il vero periodo della Redenzione quando i “rimanenti”
serviranno Iddio, Uno ed Unico e ci sarà la pace fra i popoli, era ancora
lontanissimo.
Che cosa, dunque, significano i
Segni di allora, come Segni intermedi? In via generale significano che ci sarà
un cambiamento radicale nella storia dell’uomo. (Primo Segno).
Il cambiamento sarà compiuto in
vari modi; tramite un Nuovo Messaggio (terzo Segno); tramite un invito alla
gente semplice di partecipare alla fede e nella speranza perché proprio loro
sono amati da Dio (quarto Segno); tramite l’ira Divina che si scatenerà contro
i colpevoli (la quarta stella spostata nel segno delle Sacre Guerre); tramite
la ricostruzione dello “spirito” nuovo (quinto Segno); tramite il Regno dei
Cieli che dovrà cominciare a scendere sulla Terra con l’avvento del “figlio di
Adamo” (secondo Segno).
Si può credere in buona fede che
Gesù non sapeva quale grande confusione avrebbe portato al mondo, usando questa
espressione “figlio di Adamo” (in ebraico “ben-ha adam”, sempre tradotto
“figlio dell’uomo” tanto per confondere ancora di più). Gesù spesso non ha
spiegato le sue parole e lasciò a volte troppo spazio per le interpretazioni.
Cerchiamo, dunque, di metterci la correzione. Cercate di seguire piano piano
per non confondervi.
Nei Segni della Redenzione esiste
il “figlio di Adamo”. Il vero significato è un segreto il quale non può essere
messo per iscritto o parlato o pronunciato. Si tratta di un segreto ad
altissimo livello, il quale è fuori della natura di questo mondo. Ora in merito
ai Segni Completi arrivati in onore della generazione la quale dal 1914 fino al
1982 ha avuto di Nascosto il Giusto, amato da Dio, il quale ha subìto il peso
dei nostri peccati da solo per seicento e venti giorni, è ora di capire. Non i
nostri peccati personali verso di lui, bensì i peccati generali degli uomini
dai quali escono “decreti” pesantissimi per la generalità, Dio ci salvi. Questo
è il lavoro sacro dei Giusti Nascosti in ogni generazione. Essi sono nascosti,
perché se la gente sapesse della loro identità, darebbe onore a loro. Ed essi
odiano ogni forma di onore e non sopportano che gli altri considerano loro
diversi da tutti gli altri.
Dal tempo del Profeta Elia, di
Benedetta Memoria, i Giusti Nascosti di ogni generazione hanno sopportato il
peso dei peccati degli uomini che fanno il male ad altre persone e che fanno
ciò che è contrario alla natura del mondo, Dio ci salvi, e che è contrario alla
natura dell’uomo, Dio ci salvi.
Ora pentitevi perché è uscito il
Segno del Regno dei Cieli nella forma completa. Ed è stato annunciato dal
Maestro che è arrivato già l’inizio di quel periodo nel quale “tutto andrà
veloce”.
Perciò, pentitevi se avete dei
peccati che conoscete e chiedete perdono a Dio, Misericordioso per le mancanze
che non conoscete. Siate molto umili. Non fate il male contro di voi stessi per
non angustiare le vostre anime, e per non diventare cattivi con gli altri.
State attenti col rispetto di ogni uomo. Non sapete chi è. Forse colui è un
giusto davanti a Dio e voi lo considerate uno di poco valore.
Davanti a Dio siamo tutti uguali.
Non c’è grande e non c’è piccolo. Non c’è ricco e non c’è povero. Ma la
misericordia di Dio è più vicina al povero perché è mancante. State attenti al
povero a non offenderlo mai. Se colui rimane offeso e dalla ferita del suo
cuore si rivolge a Dio contro di te, Iddio ascolta la sua preghiera e punisce
colui che l’ha offeso. E se il povero nella sua preghiera dice: “Dio mio, o
Padre Eterno riempia la mancanza di questo figlio tuo. Ricorda la preghiera di
Giacobbe “pane da mangiare e un vestito da vestire”. Copra la mia ferita come
hai coperto con la carne la ferita di Adamo. Copra la mia vergogna come hai
coperto l’ignudità di Adamo ed Eva”, Iddio ascolta la sua preghiera e risponde
al suo bisogno. Perché Iddio è misericordioso e desidera che gli uomini
acquistino merito tramite le loro preghiere. Se avete una mancanza chiedete a
Dio. Egli è la Sorgente di ogni completezza. Ma se siete poveri o di medio
rango, non chiedete di diventare ricco.
Ciò non dipende dalle preghiere,
bensì dalla stella sotto la quale uno nasce. La luce e gli influssi di quella
stella nascono con la nascita della persona e cessano con la sua morte. Essa
governa sulla persona per tutta la sua vita. Non è il mese che determina, bensì
il giorno, e l’ora e il momento esatto. Tutto ciò che riguarda il lavoro o
meglio il “pane”, o che riguarda la longevità, o che riguarda i figli dipende
dalla stella. Ma alla stella non si può pregare perché ciò è idolatria.
Ed a Dio non si deve chiedere
perché si è già nati sotto quella stella che
dà “automaticamente” al tempo dovuto, non prima e non dopo, non di meno
e non di più. C’è la stella che è ricca e c’è la stella che è povera. C’è la
stella che è povera per un certo numero di anni e poi diventa ricca, e c’è la
stella che è ricca e poi diventa povera. La “fortuna” è una ruota che gira. Ci
sono padri poveri e figli ricchi. Ci sono padri ricchi e figli poveri.
Ci sono persone ignoranti e diventano
ricchissimi. Ci sono persone intelligentissime che a malapena trovano da
mangiare. Se credete di essere di più di qualcuno altro perché “avete” e
l’altro non ha, siete in grave errore. La fortuna è una ruota che gira e il
destino non guarda il merito. Anche le nostre capacità sono doni ricevuti.
Anche le nostre forze nell’affaticarci ed arrivarci sono doni dal Cielo
affinché possiamo compiere gli scopi per i quali siamo venuti al mondo.
Se la persona non errasse, se la
persona non peccasse, godrebbe di ciò che è destinato a lui, senza creare
“impedimenti” i quali non permettono il giusto ricevimento di quella sua
vitalità stellare. Pregate Iddio che vi aiuti a non sbagliare e a non peccare.
Perché gli sbagli si pagano ed i
peccati diventano uno scudo nero intorno al cervello ed intorno al cuore ed
intorno al corpo e non permettono l’entrata del bene. Questa è la preghiera di
Giacobbe, che non ci siano sbagli o peccati che impediscono l’arrivo del pane o
che impediscono l’arrivo del vestito, e che ci sia la buona salute per mangiare
il pane e per poter camminare e lavorare con quel vestito. A che serve il pane
se non c’è la salute? A che serve il vestito se non si può camminare e
lavorare? La Sacra Legge ha detto che non cesserà l’esistenza del povero sulla
terra. Ognuno nasce sotto la sua stella e il destino è una ruota che gira. La
Legge ha previsto la “correzione” degli uomini e dagli uomini.
Perciò ha detto di dare la
decima. Se tutti dessero la decima non scomparirebbe il destino povero, ma
scomparirebbe la povertà. Perciò non pregate futilmente, è fiato sprecato.
Chiedete a Dio di perdonare i peccati e di guidarvi nel correggere gli sbagli
affinché non ci siano impedimenti che bloccano la strada e che creano delle
mancanze. Tutto ciò è detto per lo spirito da solo, bensì per uno spirito che
si trova nel corpo.
Prima di curare lo spirito si
deve curare il suo contenitore. Perciò la Sacra Legge ha detto “State
estremamente guardinghi alla vostra salute”. Perciò gli ebrei hanno leggi
igieniche da millenni, leggi sane e sagge per il beneficio dell’uomo, leggi che
spiegano il giusto comportamento in stretta concordanza con la natura. C’è
soltanto una differenza fra ebrei e gentili. I primi sono comandati, gli altri
non sono comandati. Il beneficio, però, per entrambi è lo stesso, è uguale.
Perciò parliamo anche delle stelle perché esse fanno parte del mondo naturale,
Gesù nel Messaggio parla quasi esclusivamente allo spirito. Nel Messaggio del
Vangelo Gesù quando parla con gli ebrei dà per scontato il compimento della
Legge. “Non sono venuto per cambiare anche uno iota della Legge” ecc. Non
intendeva toccare la “carne” della Legge. Voleva (e si sentiva come il
Messaggero scelto per farlo) rinnovare lo spirito della persona che compie la
legge. È vero, voleva “alleggerire” il peso della tradizione rabbinica, ma non
di abrogarla. Quanto di meno di cambiare la Sacra Legge della Torà. È anche
apparente dalle parole di Gesù che non parlava agli ebrei soltanto. Aveva la
certezza che il Messaggio si diffondeva in tutto il Mondo, e perciò parlava con
lo “spirito” delle nazioni. Per la correzione dello “spirito” delle nazioni era
necessario che le falsità del suo tempo venissero “corrette” in campo ebraico.
Perciò usò la questione farisaica come mezzo nei suoi discorsi. Ora che
parliamo dei Segni finali della Redenzione, è assolutamente necessario parlare
della “correzione” dello spirito. Ma si tratta della correzione in entrambi i
campi, ebraico e cristiano. Le parole di Gesù quando parlò contro i farisei del
suo tempo sono fondate e degne di studio. Tutti gli sbagli terrificanti che la
storia ha commesso basati sulle interpretazioni velenose dei nemici di Israele
è un argomento da mettere da parte qui.
Se non si fa così, uno si
confonderà fra le parole e il risultato storico. Perché guardate la pagliuzza
nell’occhio degli altri e non vedete la trave nel vostro occhio. Siete il sale
della terra. Dovete rendervi di “gusto” e di “completamento” a tutta la terra.
Perché guardate ciò che entra nella bocca e non guardate ciò che esce dalla
bocca, quando essa è il vero male. Ciò che entra nella bocca è per la salute
del corpo, ma le maldicenze sono la rovina del mondo. Il peccato della
malalingua reca un danno molto più grave. Parlare male di un altro è come
uccidere, Dio ci salvi. E così via la rabbia di Gesù contro ciò che ha visto
nei “religiosi” del suo tempo. E se non esistesse purtroppo anche oggi in certi
gruppi “ultrareligiosi” avremmo fatto a meno di parlarne. E se non fossero
usciti i Segni veri degli ultimi tempi, in merito allo Tzadik, Ha-Morì Haim,
ebreo puro dello Yemen, non avremmo aperto il discorso. Ha-Mori Haim diceva
sempre: “Meglio non parlarne. Se noi sputiamo, su di chi noi sputiamo, su di
noi stessi? Meglio non parlarne. Gli sbagli della storia duolano il cuore e la
mente”. Ora, però, c’è permesso di scrivere anche noi ebrei come popolo abbiamo
sbagliato troppo nel corso dei secoli.
Con tutta la Sacra Torà che
abbiamo ricevuto, con tutte le leggi giuste dalla tradizione talmudica e orale,
con tutta la nostra intelligenza e le nostre capacità, non siamo arrivati alla
perfezione di poter dire, “non possiamo sbagliare”. Anche Aharon, il Grande
Sacerdote, fratello maggiore di Mosé, è caduto in errore nel tragico episodio
del vitello d’oro.
Non è nostro scopo, spiegare
tulle le parole di Gesù. Ora spieghiamo meglio perché è necessaria ed il
lettore capirà meglio.
Perché ci occupiamo del Vangelo e
del “Nuovo Messaggio” che ha portato la cristianità? Principalmente è a scopo
di correzione. I cristiani ora si potranno spogliare da tutte le idee della
deificazione di un uomo, non devono lasciare, però i giusti insegnamenti di
Gesù nel Vangelo. Non è necessario che smettono di considerare Gesù come
Messia, nel senso di “messaggero” per le nazioni. Le nazioni hanno ricevuto le
notizie della Rivelazione a Sinai tramite il Vangelo.
La correzione sta
nell’insegnamento che non era mai stato inteso da nessuno che seguiva la
tradizione ebraica che l’Unto mandato venga lodato e adulato e adorato. Chi ha
mai detto che si deve dare tale onore al Messia? E come farebbe un Messia ad
accettare su di sé un tale onore se è un uomo giusto? Il Vangelo riporta che il
satana tentò Gesù dicendogli di inchinarsi a lui in scambio di tutto l’onore e
la ricchezza del mondo. Gesù rispose con le parole del secondo Comandamento,
“non inchinarti ad essi (altri dei) e non servir loro”.
Questa parola non è stata
rispettata in tutta la cristianità. E tutto per una dottrina uscita dalla mente
umana. A questa dottrina, però, esiste la correzione perché esiste il Secondo
Comandamento con la giusta spiegazione della vera fede monoteista. E perché
esiste la mente umana che può superare le restrizioni di un dogma e strapparne
via i legami imprigionanti del pensiero idolatro, quando capisce e crede che le
restrizioni del Secondo Comandamento sono molto più forti e tengono la loro
forza sempre perché Divine.
I primi due Comandamenti sono
eterni come la storia dell’uomo. Esisteranno e chiariranno la verità della Fede
fino a quando esisterà l’uomo sulla terra. La pura Fede ebraica rappresenta una
grande elevazione per i cristiani. E non lo è forse per gli ebrei. La
correzione condanna ugualmente le false dottrine contenute nello Zohar e tutto
il seguito letterario e storico di tutte le Scuole Mistiche e Messianiche che coprono
l’ebraismo di un velo nero che non gli appartiene. Non soltanto i cristiani
hanno sbagliato. Ora riprendiamo. Il momento storico della Cristianità è
certamente un momento importante per tutto il proseguimento della storia umana.
Sembra che lo spirito di Paolo di Tarso abbia parlato il vero, con la
differenza che egli stesso non capì bene ciò che ha detto.
Era già totalmente coinvolto
nello spirito di Gesù, per poter “vedere” il vero risultato storico. In questo
passaggio Paolo, meglio lo spirito di Paolo, perché certamente era uno spirito
che parlò. Chiamatelo ispirazione se volte, ma è sempre uno spirito che spiega
il “disegno storico”. Dice ai nuovi adepti cristiani di non permettersi di
credere che siano migliori degli ebrei che si sono rifiutati di ricevere il
Nuovo Messaggio.
È un momento, dice Paolo, di
cecità momentanea per il popolo di Israele. Ma ciò è anche voluto dall’Alto. Se
loro avessero accettato Gesù come il Messia, l’avrebbero voluto forse tenere
per sé. Se fosse il Messia degli ebrei, sarebbe stato ancora impossibile
rompere le barriere fra la purezza della Fede da Sinai e l’ignoranza e la
lontananza dei popoli. In una parola, se Gesù fosse stato il Messia degli
ebrei, le nazioni non avrebbero accettato Gesù come il Messia. Perciò in quel
momento storico era anche necessario che gli ebrei non l’accettassero.
Ma non credete che voi siete
migliori. È una cecità momentanea affinché le nazioni possano entrare in pieno.
Perciò state attenti, il loro rifiuto avviene in un momento di disgrazie per
loro, ma questo rifiuto rappresenta una salvezza per voi e un momento di
grazia, perché così siete voi a ricevere il “Nuovo Messaggio”.
Se loro, dunque, sono trattati
come nemici nel Vangelo, non dimenticate che loro sono sempre il popolo scelto
ed il popolo amato per amore dei padri, Abramo, Isacco e Giacobbe e sono il
popolo del Patto il quale è irrevocabile. Quando tutti i Gentili saranno
ammessi, continua Paolo, tutto Israele sarà salvato, in accordo con la
scrittura. Da Sion verrà il Redentore, toglierà l’iniquità da Giacobbe.
È questo il Patto che darò loro
quando toglierò i peccati. Nel diffondere il Vangelo sono trattati come nemici
di Dio per amor vostro, ma la scelta di Dio rimane, ed essi sono i suoi amati
per amore dei Patriarchi. Poiché i doni della grazia di Dio e la Sua vocazione
sono irrevocabili”. Che parole immense! Se tutti i cristiani del mondo
leggessero questo passaggio per quello che dice senza pregiudizi, si
meraviglierebbero tanto, come sono passati quasi due millenni e nessuno dei
cristiani abbia mai visto ciò che è scritto qua.
Le solite distorsioni della
cristianità hanno accecato gli occhi momentaneamente (per due millenni)
affinché non si capisse di che si tratta. È ora di rivedere la questione, ora
che siamo al traguardo ed i veri Segni Completi di quella Redenzione aspettata
da sempre insieme con il Messaggio della Stella di Cristo. Paolo dice dunque
che prima della Redenzione, sarà necessario che i Gentili vengono ammessi in
pieno. Certamente Paolo non sapeva quando ciò avverrà o quanto tempo ci vorrà
ma non avrebbe pensato che ci volesse poco tempo. L’espressione “vengono
ammessi” è da decifrare. Paolo proibì ai nuovi adepti di circoncidersi con
questo ragionamento. Se voi vi circonciderete sarete automaticamente nel Patto
Antico e sarete obbligati in tutta la Legge della Torà. Non intende dunque che
le nazioni devono essere ammessi nell’Antico Patto, bensì nel Patto Nuovo di
Gesù.
Tramite la fede nel Nuovo
Messaggio saranno ammessi alla grazia di Dio. Perciò Paolo ribadisce che non si
debba dimenticare mai che il popolo di Israele è amato da allora e per sempre.
Perché senza di loro non c’è la radice e non c’è la fine. La fine vuol dire la
Redenzione stessa, quella Redenzione che coinvolge sia Israele che i Gentili.
Ma il Redentore viene da Sion, è
ebreo. La radice non può mancare. Egli toglierà il peccato da Giacobbe. Quale
peccato? Quello di non aver ricevuto il Nuovo Messaggio. La completezza del
concetto comincia a prendere forma. Cerchiamo di comprenderlo.
Paolo aveva già detto agli ebrei
che non erano stati capaci di rinnovarsi nella fede delle parole dei Profeti.
C’è qui purtroppo una verità storica. Perché Iddio, Benedetto Egli Sia, ha
tolto i Profeti dopo Malachia? Appunto perché non avevano ascoltato le loro
parole. Iddio aveva mandato loro per avvertire e per ammonire. Ma non hanno
ascoltato le lezioni Divine che venivano loro mandate.
L’ultimo mandato fu Malachia. Con
lui si conclude il Libro dei Profeti, e le sue ultime parole di “profezia”
propria che Israele ha ricevuta, “Ricordate la legge di Mosé, il mio servo, al
quale detti, sull’Oreb, gli statuti e le norme di giustizia per tutto Israele.
Ecco che io invierò il Profeta Elia, prima che giunga il giorno grande e
terribile del Signore.
Convertirà il cuore dei padri
verso i figli e il cuore dei figli verso i loro padri; di modo che, venendo io,
non abbia a colpire il paese di anatema”. Questa profezia era forse
quattrocento anni prima della distruzione del Secondo Tempio. Il giorno grande
e terribile non può essere per gli ebrei di allora che la distruzione del
Secondo Tempio e poi il lungo ed amaro esilio che segue. È dunque, chiaro che
il Profeta Elia doveva arrivare per avvertire prima di quella distruzione. Dove
erano i Saggi di Israele. Perché non hanno saputo, perché non hanno ricevuto
nessun messaggio di avvertimento e della salvezza. Perché quando Gesù ha
chiesto agli ebrei se il Sabato è stato creato per l’uomo o l’uomo per il
Sabato, i Saggi non sapevano cosa rispondere.
Gesù, però, sapeva e l’ha detto, “il
Sabato è stato creato per l’uomo” e non viceversa. Il tempo era basso. Lo stato
spirituale del popolo era bassissimo. Non c’era nessuno, purtroppo, in grado di
ricevere un messaggio del Profeta Elia.
Se fosse venuto e avesse detto
loro, “Eccomi, sono qua, ascoltate il messaggio che vi porto”, l’avrebbero
schernito, Dio ci salvi, non avrebbero ascoltato. La storia è triste. Per gli
sbagli degli uomini. Ma nel lungo andare la storia si rivolse perché Divina.
Gli ebrei non si sono rinnovati nella fede rinnovata dai Profeti. Non era in
grado di ricevere nuovi messaggi. Come avrebbero potuto insegnare il Messaggio
Divino della Sacra Legge alle nazioni. Il Profeta aveva ricevuto l’ordine
seicento anni prima, “Io, Iddio, ti ho chiamato per la giustizia, ti ho preso
per mano, ti ho formato e ti ho messo nel Patto del popolo per essere una luce
alle nazioni. Per aprire gli occhi ai ciechi, per far uscire i prigionieri
dalle carceri e dalle prigioni coloro che giacciono nelle tenebre. Io Sono
Iddio, questo è il Mio Nome, il Mio Onore non darò ad altro dio, né la Mia Lode
agli idoli.
Le prime Profezie si sono
avverate, ed ora dichiaro cose nuove, ancora prima che sboccino ve le annunzio.
Cantate a Dio un canto nuovo, la Lode fino alle estremità della terra, coloro
che salpano nel mare e tutta la sua ampiezza, le isole e tutti i loro abitanti?
Seicento anni prima della distruzione del Secondo Tempio? Se non arrivasse uno
pronto a tutto, pur di non rompere la sonnolenza profonda del tempo, non ci
sarebbe stata nessuna Luce per le nazioni. Perché Gesù? Ora sveliamo qualche
fatto di storia nella vita di Gesù. Un fatto assai triste non pervenuto in
altri testi. Prima ancora di entrare nella scuola degli Esseni, Gesù era stato
fra gli allievi dei Farisei, studiando con loro tutta la tradizione orale. Gesù
era figlio di Maria e di Giuseppe. Gesù è nato qualche mese dopo il matrimonio
dei genitori. Anni dopo, quando Gesù studiava già sotto i Farisei, qualcuno fra
gli altri allievi ha cominciato a mettere dei dubbi sulla “purezza” di Gesù e
della possibilità che non conobbe il suo vero padre. Gesù era stato un allievo
estremamente serio e intelligente. Era molto amareggiato da questo trattamento
e della completa mancanza di sensibilità dalla parte dei custodi della Legge.
Non c’era “ed amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Cosa aiutano i dettagli quando
manca l’essenziale? Perché non consideravano l’onore della persona. Non avevano
insegnato i Saggi che il rispetto e il buon comportamento con tutte le persone,
vengono prima di ogni studio della Torà, e che tutto lo studio della Torà non
vale niente se non c’è questo. Perché ora parlare male e pensare male, quando i
Saggi avevano detto, “Certamente di trovare il merito in ogni persona”. Perché
ora far uscire un cattivo nome sulla persona del suo padre e della sua madre e
su di lui.
Quando una persona vuole bene ad
un altro, il suo sentimento di amore non desidera vedere nessuna cosa
vergognosa nell’altro.
L’amore copre e vede solo il
bene. Uno degli allievi disse a Gesù davanti agli altri, “Tu non sai neanche
chi è il tuo vero padre”. La risposta di Gesù era questa, “Non ha detto la Torà
che noi siamo figli di Dio, Altissimo. Il mio vero Padre dunque è il tuo vero
Padre, perché Padre di tutti noi. Se voi offendete me, offendete anche il mio
vero Padre. E siccome il mio Padre è il Padre di tutti noi, il mio Padre mi
difenderà contro la vostra violenza e la sua ira cadrà su di voi”. Questo è
l’episodio che ha più influenzato la missione di Gesù. Dopo di questo, lasciò
la scuola dei Farisei e si dedicò alla vita ascetica e contemplativa degli
Esseni che si trovavano sulla sponda del Mar Morto. L’episodio menzionato
spiega anche l’insistenza di Gesù nel chiamare Dio, il mio Padre. Spiega anche
il rancore di Gesù contro gli atteggiamenti dei Farisei di allora. E spiega
perché andò dagli Esseni. Piangete cieli e rattristati terra per due millenni
di confusione cristiana e per tremilacinquecento anni di testardaggine ebraica.
La storia è triste. Quando Gesù fu trattato così si era rivolto a Dio in sua
difesa. “Sono o non sono figlio tuo, come loro”. La preghiera di Gesù fu
accolta. Fu decretato dal di sopra, “il tuo nome andrà in tutto il mondo, farà
sapere che tu Mi hai chiamato Padre e che Io sono tuo Padre ed il Padre di
tutti gli uomini se mi chiamano Padre e se aspettano da Me la misericordia come
l’amore ancora più forte di una madre per il figlio.” La verità non conosce
favoritismi. Se c’è uno che accoglie e colui è pulito e degno di riceverla, non
conosce i limiti di razza o di linguaggio o di età. Ma guai a colui che parla
la verità, perché all’inizio sarà odiato da molti e apprezzato da pochi. Alla
fine, però, verrà compreso e apprezzato per quello che ha detto. Era il periodo
storico quando il “giro” della Stella di Abramo, un “giro” di quattromila anni,
era a metà strada. Era un momento nel quale si doveva “rinnovarsi” la Stella di
Abramo per “alimentare” la fede dei Gentili per rendere possibile la Redenzione
Finale alla fine degli “ultimi” giorni promessi? Chi sarebbe stato il ricevitore
di quel messaggio era dipeso dal “merito”. Ora la storia ha raggiunto un punto
che le cose del passato non si ripeteranno. Il periodo degli ultimi giorni è
diverso da tutti quelli precedenti. La magnitudine degli avvenimenti sarà della
stessa misura raggiunta dalla tecnica moderna. E tali avvenimenti si
svolgeranno a una velocità mai verificatasi nemmeno nei sogni. Arrivano guerre,
calamità, carestie, terremoto, morte e sangue. C’è un momento storico che si
chiama “giorno del Signore”. Non è un giorno. È un giorno di storia. Potrebbe
durare anche qualche anno. Dio ci salvi! Di giorno si spererà che arrivi la
sera, forse ci sarà calma. Di sera si spererà che arrivi la notte, forse ci
sarà calma. Di notte si spererà che arrivi l’alba, forse ci sarà la calma. E la
calma non viene.
Molti miracoli avverranno in quel
giorno, specialmente al livello individuale. Chi ha fede vedrà. Chi non ha fede
non vedrà. C’è un momento nella storia che si chiama il giorno del Signore, un
giorno terribile, orribile, buio, amaro. La morte chiamerà dalla strada.
Nessuno potrà uscire per raccogliere i cadaveri e per seppellirli. Si dovrà
chiudere la finestra dall’aria puzzolente dei cadaveri e per paura della
pestilenza. Si dovrà stare dietro le porte per paura dei ladri che cercano da
mangiare. Il cibo scarseggerà. I viveri rappresenteranno la vita o la morte.
C’è un giorno quando Iddio, per così dire, dice basta alla cattiveria del
cuore.
Un giorno quando tutti gli uomini
che spendono i loro giorni nel desiderio del denaro che non considerano i
poveri ed i bisognosi, e altri che rubano pur di avere di più, saranno spazzati
via dalla faccia della terra. Beati i poveri e gli umili poiché essi
erediteranno la terra. Non è per niente che i Saggi hanno detto del periodo
degli ultimi giorni, Beati chi non l’ha visto, ma beati coloro che sono
sopravvissuti e hanno visto il bene che arriva dopo. Non credete che ci sarà
una guerra atomica. Non ci sarà. Iddio non lo permetterà. Una guerra nucleare è
troppo facile e troppo veloce e non risolverà lo scopo Divino di questa guerra
che arriva. Questa guerra sarà diversa. Non sarà come le altre. Il tempo
terribile che arriva è anche designato la separazione fra i gabbiani bianchi e
i gabbiani neri. È la vera guerra di cui parlavano gli Esseni dagli studi
segreti che avevano dai Profeti. La guerra della Luce e del male. Toccherà ad
ogni individuo di pentirsi e di pregare per sé. Nessuno oserà in quel tempo
pregare per un altro. Chi meriterà sarà salvo. Chi non meriterà non sarà salvo.
Due si trovano nello stesso letto. Uno si alzerà al sole del giorno e l’altro
andrà alla perdizione. La separazione fra i gabbiani neri ed i gabbiani
bianchi. Ecco perché il Regno dei Cieli sarà nel cuore di ciascuno che lo
meriterà. Non sarà come la seconda guerra mondiale. Quella era un “decreto”.
Quando si dà permesso al “distruttore”, più non si distingue fra il giusto ed
il malvagio. Ma la guerra degli ultimi giorni sarà condotta dal Signore in un
modo di vicinanza per salvare i buoni. Ci saranno anche tanti miracoli. Chi
meriterà nella fede e soprattutto nella bontà vedrà e capirà. Raccoglietevi
bene nella vostra mente. Mettetevi in linea con la vostra persona. Cercate con
le vostre forze di meritare alla fede in ciò che stiamo dicendo. Non esce da un
uomo. Non sono pensieri o opinioni. I Segni che sono arrivati stanno parlando.
Raccontano ciò che arriverà. Non
riposatevi sull’ indifferenza. Non fate una mossa con la mano per dire “che
interessa a me”? Intere famiglie saranno scappate via. Lignaggi odiati
scompariranno da sempre. Il giorno del Signore non è giorno degli uomini.
Ascoltate le parole che vi annunziamo. Vengono soltanto per aiutarvi. Sono per
il vostro bene. Non guardate la storia passata.
Tutto è diverso negli ultimi
giorni. La guerra del Signore è una guerra della purificazione. Ora c’è una
cosa che dovete sapere, non prendetela alla leggera. Vi parliamo anche in nome
di Paolo di Tarso. Ricordate bene che il popolo di Israele ha già sopportato la
sua croce nella seconda guerra mondiale. Le terribili maledizioni predette
dalla Sacra Torà si sono già scontate in quella guerra nefasta. Quella guerra
non era soltanto un “decreto” di un “certo” periodo. Era un “decreto
accumulato” da tanti secoli per purificare Israele sufficientemente per
ricevere l’introduzione alla nuova epoca nella formazione dello Stato di
Israele. Molte profezie si sono già verificate con questo nuovo Stato. Il
ritorno a Sion è reale. Perciò ricordate Israele con amore, poiché la sua
sofferenza rappresenta la salvezza dell’umanità. Non c’è la Redenzione se non
c’è Israele, e non c’è il punto fermo del popolo di Israele se non c’è anche il
suo stato. Ricordate Iddio, Benedetto Egli Sia, ama il suo popolo scelto, per
amore dei Patriarchi e per amore di Mosé. Per amore della Sacra Legge che essi
hanno sopportato durante questi tre millenni e mezzo. Non confondete l’ira
Divina contro Israele con le vostre idee meschine ricavate da parole
misinterpretate versate nel calice dell’odio velenoso e dato da bere ai popoli
per due millenni. L’ira Divina contro Israele è un rimedio per tutto il mondo.
Senza la purificazione di Israele è nota e la sua testardaggine è famosa.
Ma non è senza motivo che Iddio
l’ha scelto e amato e chiamato suo. Ora voi cristiani non guardate la carne
bensì lo spirito. Quale altra nazione avrebbe potuto sopportare il peso della
Santità prescritta nella Torà, per tre millenni e cinquecento anni. Voi dite
che è difficile essere un buon cristiano ma non immaginate le difficoltà nel
rimanere buoni ebrei in tutti questi secoli passati. Non era forse Paolo
preoccupato che i nuovi adepti non si circoncidono per non essere sotto il
giogo della Legge. Perché sapeva che tale peso lo dovevano sopportare gli
altri. E tutto questo peso lo dovevano sopportare perché alla fine ci deve essere
il compimento di tutte le profezie e la Redenzione Promessa per il mondo.
Perciò mettetevi in uno spirito di amore verso Israele e questo spirito sarà
amato da Dio, come l’amore di un padre per coloro che amano il suo figlio. A
voi cristiani il concetto non dovrebbe essere lontano. Soltanto che eravate
così occupati nell’adulare un figlio, che non vi siete ricordati che Iddio,
Benedetto Egli Sia, ha già decretato nella Sua Sacra Legge, “Mio figlio, mio
primogenito, Israele”.
Credete ciò e sarà meglio per tutti.
Israele senza alcun dubbio è stato anche un popolo testardo in quasi tutta la
sua storia, ma qualsiasi altra nazione non avrebbe potuto sopportare il peso
della Sacra Legge nemmeno per cinque minuti. Non esiste chi sa scegliere meglio
di Dio che vede il passato, il presente ed il futuro in uno. Ha scelto il
popolo di Israele per essere colui che sopporta il peso. Perciò ricompensa
Israele di essere per prima a mangiare il pane degli uomini. E se questo Popolo
non lo mangia per prima nessuno lo potrà ricevere. Il Salvatore verrà da Sion,
toglierà il peccato da Giacobbe, e questo è il Patto che gli darò. Perciò il
Salvatore non può non essere del popolo di Israele. Non può il Redentore non
essere ebreo e circonciso. Non farà però differenza nel suo amore per ogni
essere umano ebreo o non ebreo.
È soltanto che il discorso con gli ebrei è spesso più duro perché essi sono comandati, mentre il discorso con i cristiani è spesso più dolce e amorevole perché essi non sono comandati e fanno il bene per trovare favore agli occhi del Signore. Le citazioni di Paolo di Tarso succitate non possono correggere certi errori. Qui lo diciamo in breve, ed altrove (nella discussione della Chiesa Rinnovata) lo spiegheremo più a lungo, se Dio vuole. È verissimo che anche le nazioni che hanno una discendenza da Abramo sono state potenzialmente eredi del Patto di Abramo in quanto egli è Padre di una moltitudine di nazioni. Abramo infatti ha fatto circoncidere tutti gli appartenenti alla sua casa.
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